L’imprenditore tuttofare e la scorretta gestione del tempo
Sempre di corsa e mai soddisfatto, l’imprenditore odierno sembra schiavo delle sue stesse scadenze. Ma la soluzione c’è.
Ci hanno sempre fatto credere che saper fare più cose alla volta fosse una caratteristica fondamentale di un businessman di successo. Capacità multi-tasking: quante volte abbiamo sentito questa espressione come soluzione alla nostra corsa contro il tempo?
E’ così che, sempre più spesso, gli imprenditori cercano di tenere in mano le redini di più incarichi della propria azienda, svolgendo non solo le attività strategiche ma anche quelle più operative, andando a sostituirsi ai propri collaboratori.
A questo punto, dunque, il leader smette di essere tale e diventa, invece, dipendente della sua stessa impresa. Nel fare ciò, però, potrebbe non avere la giusta disponibilità di risorse, professionali e non, per occuparsi dei molteplici aspetti della sua attività.
Il falso mito del multi-tasking
Una ricerca di psicologia presso l’Università dello Utah, infatti, rivela che solo il 2% della popolazione si può definire una mente multi-tasking, la restante parte, nell’approcciarsi a più compiti alla volta, non fa altro che diminuire la propria produttività per il 40%, come dimostra la Harvard Business Review. Sarebbe bello pensare di far parte di questa piccola percentuale che ce la fa, ma non sempre è così:
saltare da un’attività all’altra, se pur in maniera organizzata, produce un sovraccarico cognitivo che non solo non ci permette di terminare al meglio due o più mansioni, ma ci impedisce di dare il cento per cento anche solamente in una di esse.
Se a tutto ciò aggiungiamo la connessione sempre più elevata al web e alle nuove tecnologie come strumenti quotidiani di lavoro, il rischio di distrazione nel bel mezzo delle diverse mansioni di cui ci facciamo carico si eleva all’ennesima potenza: è facile perdere la concentrazione se mentre stiamo lavorando al PC sul progetto A veniamo sommersi di e-mail e comunicazioni istantanee sui progetti C e D. Come se non bastasse, in questo modo è sempre più frequente la tendenza a dedicarsi al proprio lavoro anche quando siamo a casa, nel weekend, in vacanza o semplicemente in pausa pranzo. Risultato? Di fatto lavoriamo 24 ore su 24.
Delegare per aumentare la produttività
Tra le ragioni che possono spingerci a voler concentrare più attività nelle nostre mani c’è una falsa stima di risparmio di tempo e denaro. Dietro la logica del “leader-centrismo” si nasconde, infatti, la convinzione di poter fare tutto meglio degli altri, più velocemente e con migliori risultati, spendendo meno, nonostante gli esiti dimostrano un calo della produttività e il conseguente tentativo, spesso inutile, di recuperare le ore lavorative sottraendole alla nostra vita privata. Ciò produce un circolo vizioso di continua frustrazione e stress.
La buona notizia è che non dobbiamo fare tutto da soli, né sforzarci di saperlo fare.
Delegare una data attività a chi ne ha le piene specifiche competenze non è solo possibile, ma necessario per il buon successo del business.
Perché questo sia fattibile è utile ampliare il proprio team in modo da distribuire le responsabilità, bilanciando il carico di lavoro e condividendo con i collaboratori oneri e valori aziendali. Si teme, spesso erroneamente, che questo voglia dire lasciare al completo sbaraglio i diritti e le libertà dei dipendenti. Niente di più falso. Come afferma nel suo libro “Comportamenti aziendali ad elevata produttività” Fabrizio Favini, gli imprenditori devono riconoscere le persone giuste per i propri obiettivi e, nel momento in cui conferiscono loro una certa responsabilità ne aumentano la motivazione e con essa il contributo che possono apportarvi.
Dal “leader-centrismo” al “cliente-centrismo” con l’outsourcing
In sostanza, la differenza avviene quando smettiamo di porre l’imprenditore al centro dell’impresa. Investire fiducia e formazione nella nostra squadra, infatti, vuol dire offrire un prodotto e un servizio di maggiore qualità e collocare, dunque, in una posizione centrale il cliente.
Cosa accade, però se il nostro organico non ha tutte le competenze e le risorse per coprire internamente le necessità legate a uno specifico compito? Nessun problema, qualcun’altro può farlo per noi. E’ ciò che viene chiamato outsourcing. Si considerano in outsourcing tutti quegli aspetti del business che non riusciamo a gestire attraverso le nostre risorse interne. E’ il caso, quindi, di affidarle a partner esterni specializzati in quella particolare attività. Molte volte questa scelta permette di risparmiare tempo e denaro impiegabile, invece, nell’implementazione del nostro business principale (core business). In questo modo avremo la sicurezza che un gruppo di esperti si occupi a 360° dello studio e dell’attuazione di processi chiave per la soddisfazione del nostro obiettivo finale, togliendoci un bel peso dalle spalle.
E tu, riesci a mantenere il giusto equilibrio tra tempo libero e lavoro? O ti ritrovi spesso a pregare di avere una giornata di 32 ore?
Smetti di vedere l’affido di compiti a terzi come una competizione o una minaccia alla tua autorità.